megazzino è un luogo di ricerca e sperimentazione allargata e condivisa.



Marco Bongiorni
POUND FOR POUND
24 marzo - 06 maggio 2023

Per l’occasione, Marco Bongiorni presenta un corpus di opere che appartengono a serie differenti, realizzate in anni diversi (2008 - 2023) e mai esposte fino ad ora.
Nel modo del Pugilato e degli sport da combattimento, il termine Pound for Pound è utilizzato per definire un metodo di comparazione tra le abilità tecniche e le skills di pugili appartenenti a categorie di peso diverse e che pertanto, mai hanno avuto o avranno, la possibilità di sfidarsi in incontri regolamentari.
In questo senso, le classifiche P4P forniscono da sempre una fonte inesauribile di confronto / discussione per gli appassionati di Pugilato di tutto il mondo.
Più simili a fantasie sportive che a classifiche ufficiali, permettono una grande vitalità immaginifica che racconta una storia della boxe alternativa, in bilico tra chiacchiere da barbiere, produzione cinematografica e eSport.

Il progetto POUND FOR POUND si pone come un’immaginaria riunione di opere distanti nel tempo e per caratteristiche tecniche.
La selezione tocca infatti opere nate in momenti differenti, con formati e medium diversi, ma propone alcune tematiche e modalità espressive che risultano centrali nella ricerca di Bongiorni: dall’autoritratto alla figurazione disunita dei dipinti con strumenti ottici alterati, dalle teste di cani molossi, fino al disegno scultoreo.
Lontano da un’idea di retrospettiva monografica, la mostra si compone grazie alla propensione con cui le opere sono state realizzate e nel modo in cui si mettono in relazione, alla loro capacità di svelare un’attitudine comune, di creare un inaspettato contesto unitario che ne evidenza la natura instabile e inquieta.
In questa mostra gli aspetti tipici del lavoro di Bongiorni risuonano tra le opere come una eco dura, evidenziando un metodo di lavoro ruvido, molto diretto, capace di un segno esasperato, a tratti crudele e inesorabile, ma al contempo fragile e precario; di un colore insieme opaco e allucinato.
Le immagini di Bongiorni appaiono sospese sul baratro, come pronte a distruggersi per non dovere testimoniare una visione di un mondo che non vuole più mostrarsi.
POUND FOR POUND è l’incontro ipotetico tra queste opere, perché secondo “regolamento” non dovrebbero stare insieme, non dovrebbero farsi vedere vicine e certo non dovrebbero avere ambizione alcuna di mostrarsi con un senso compiuto. E questo, forse, è sufficiente.

In occasione della mostra viene presentata la fanzine in tiratura limitata in stampa risograph, a cura di Spazienne, a documentazione dell’attività di laboratorio svoltasi nel mese di febbraio negli proprio negli spazi di Megazzino.
Il workshop, tenuto da Marco Bongiorni e ispirato al suo libro Drawing as fighting - manuale per un disegno da combattimento (Milieu Editore, 2020), è stato un vero e proprio allenamento di disegno sperimentale ispirato al mondo del pugilato, con la partecipazione di professionist3 del disegno che condividono l’uso del medium grafico pur se con modalità differenti e provenendo da diversi ambiti.

 

Barbara and Ale
Un attimo prima
10 giugno - 22 luglio 2022

Per megazzino Barbara and Ale hanno ridisegnato lo spazio con un intervento che cancella i tre pilastri portanti che lo identificano. Sulle due nuove pareti trovano dimora quattro loro nuove produzioni: tre video e un cineromanzo.
Semplificare, sintetizzare e frammentare sono un tratto che distingue la loro pratica: porre allo sguardo dello spettatore una sola scena di un road movie, di cui si è perso il viaggio, è un possibile fulcro della loro ricerca.
 Ogni singola opera racconta un cortocircuito temporale, un solco che blocca la testina: sei un disco rotto. La mostra si pone come un’estensione di quel momento, in cui un suono disturbante riecheggia nell’aria, e si scopre che dentro a quella vibrazione ripetitiva e gracchiante possono celarsi storie, personaggi e ambienti.

In un attimo si incontrano un clown che dovrebbe far divertire con le sue gag, e invece è smarrito nei suoi pensieri e impegnato a ridere di cosa e di chi non si sa. Una ruspa che disegna un cerchio all’infinito, senza un apparente obiettivo. Un faro che pulsa mentre una barca traccia una linea nell’ignoto. Un eccentrico esploratore calato in una dimensione che vive intensamente, ma che sembra non appartenergli, a cui lui pone una discontinua attenzione.
 È un piacere nascondersi, ma è una catastrofe non essere trovati (Donald Woods Winnicott, Plymouth 1896 – Londra 1971): Un attimo prima si pone tra il piacere e la catastrofe.

Con la partecipazione di: Cristina Ceriani Basilico, Stefano Comensoli, Riccardo Fabiani, Vincenzo Latronico, Djinet Osmani, Chadi Reda.
Con il supporto di: Luca Andreoni, Giacomo Bissi, Sulbie Osmani, Osmani Group Srl, Luca Sammartin, Alice Vangelisti.

 

Elisabeth Sonneck
Rubato – Scrollpainting #103
8 aprile - 6 maggio 2022

I dipinti su carta arrotolata di Elisabeth Sonneck, che sviluppa a partire dal 2006, sono curvature temporanee e flessibili nello spazio, che derivano dal riciclo e dalla metamorfosi fisica delle sue carte di grande formato, dipinte in numerosi strati trasparenti, che generano spettri cromatici differenziati e ricche sfumature di colore. Il dialogo tra pittura e spazio reale include anche delle cose quotidiane: oggetti trovati, avanzi, attrezzi che diventano infissi, contrappesi, appoggi dell’installazione della carta. Cosi da essere protagonisti di una situazione cromatica in cui si fondono spazio e processo lavorativo.

Nella musica il Rubato significa suonare oltre il flusso regolare del tempo, ovvero l’espressione dinamica attraverso il rallentamento e l’accelerazione del tempo, a favore dell’improvvisazione spontanea e del dialogo nel momento. Stolen time: abbandonare il ritmo statico, diventa un’immagine universale di equilibrio precario. Le cose sono derubate del loro valore utile: reperti malconci, arrugginiti, rotti, post-funzionali e senza scopo.

Per megazzino Elisabeth Sonneck lavora con l’archivio di materiali presente nello studio di Spazienne: un Rubato tra colleghi. La sua installazione indaga, sperimenta e utilizza le proprietà delle cose grezze, la cui inutilità si scontra con la pittura elaborata e, allo stesso tempo, convive in simbiosi: proprio come gli oggetti trovati, il dipinto nascosto nelle parti arrotolate mina un’economia di massima efficienza e superfici lucide. La fragilità della carta, l’equilibrio delicato, le cose consunte aprono la poiesis dell’effimero e del temporaneo.

 

Stefano Caimi
Il fascino dell’inutile
24 settembre - 13 novembre 2021

Linguaggio e natura sono due elementi portanti all’interno del lavoro di Caimi, i suoi processi di ricerca indagano la possibilità di restituire, in modo a noi comprensibile, le straordinarie capacità di comunicazione del mondo vegetale. Quella rete fitta che sappiamo essere fatta di una catena continua e consequenziale di cause effetto che intrecciano vita e morte, e che scardinano l’inizio e la fine a favore del concetto di ciclicità. In questi processi, spesso sfuggenti ai nostri sensi e lontani dalla nostra soglia di attenzione, si inserisce il lavoro di Stefano e la sua necessità di fermare quell’attimo. Attraverso la chimica, la fisica e il linguaggio della tecnologia, l’artista riesce a cristallizzare fasi di questi processi, in modo da renderli immersivi e reali, visibili a occhio nudo. Senza distorcere la loro natura ma sospendendola con processi alternativi e affini.

Il fascino dell’inutile si genera quindi da uno dei punti più silenziosi del nostro mondo, la morte, l’apparente fine di una vita, per raccontarne l’esatto punto di rinascita. Indaga soprattutto gli impulsi che permettono le fasi di un ciclo, la comunicazione tra gli esseri viventi di qualunque specie. I lavori in mostra raccontano la complessità e i fallimenti di queste dinamiche, i tentativi dell’uomo di rapportarsi con la natura, ma anche la continua variazione dell’equilibrio. Processi utili o inutili, a seconda del punto di vista. Grazie ai funghi, al micelio, all’insetto tipografo, ma anche all’hacking di sistemi tecnologici e sonori, nasce una nuova dimensione comunicante.

con la collaborazione di: Annika Pettini
con il supporto di: THE FLAT - Massimo Carasi e Dolomiti Contemporanee

comunicato stampa
pieghevole

 

ph. Lorenzo Piovella

5X Letterpress +
Libri Finti Clandestini
t’ho detto piano
27 settembre - 23 ottobre 2019

Un’esortazione come titolo: la voce che la pronuncia sembra avere un tono risoluto, deciso, come a pretendere quel rallentamento, quello smorzamento. Ma a cosa si riferisce quel “piano” e a chi è rivolto?

L’oggetto di questa mostra è la sperimentazione linguistica, coniugata al plurale, esposta e osservata da molti punti di vista.
Sono presenti le lettere, le parole, gli spazi che le separano e la punteggiatura che le interrompe; sono sottese le inevitabili pretese di significato, lo sforzo della comunicazione e, al contempo, il tentativo di sovvertire ogni esercizio comunicativo lineare. Colori sgargianti e fluorescenti sono in dialogo con neri pieni e onnicomprensivi; formicolii di forme quasi indecifrabili chiedono di non essere decodificate e si diramano sulla parete con ritmi casuali e randomici, divenendo talvolta figura e talaltra sfondo.
Sono presenti libri, rivelati nella loro autentica illeggibilità: narrazioni in miniatura, silenzi di grandi dimensioni che riservano allo sguardo la sorpresa della decontestualizzazione e l’ironia di una a-funzionalità giocosa.
Protagonista di questa esposizione è, inoltre, il dialogo fra Libri Finti Clandestini e 5X Letterpress, due mondi fatti di carta e due modi diversi di esperire il linguaggio della tipografia e dell’editoria. Procedimenti e strumenti si incontrano su terreno comune, si scambiano la pelle ma mantengono riconoscibile la loro, seppur mascherata, identità.
Cerchi e quadrati, colori e trasparenze, si connettono in modo sempre differente, creando microcosmi nei quali perdersi o ritrovarsi.

La pluralità linguistica esibita richiama alla mente, senza nessuna pretesa di filiazione e con una certa inconsapevolezza, la sperimentazione poliedrica e rivoluzionaria delle avanguardie storiche e delle neo-avanguardie del secolo scorso. Il fluttuare libero e anarchico delle lettere sulla superficie della pagina delle Parolibere futuriste, la rivoluzione tipografica dei dadaisti, ma anche l’infinita potenzialità della ricerca editoriale di Bruno Munari e, pochi anni dopo, degli artisti Fluxus, ai quali va il merito di aver riconosciuto nell’editoria un campo vergine per la sperimentazione artistica.

5X Letterpress e Libri Finti Clandestini vestono i panni di avanguardisti contemporanei e scelgono di decostruire il linguaggio tipografico ed editoriale per farlo diventare materiale visivo, forma e non lettera, segno da guardare e non da leggere.
Ed è qui che una macchina tipografica diventa un corpo antropomorfo che danza.
Ed è qui che risuona l’esortazione del titolo: “t’ho detto piano”. Un invito a rallentare rivolto allo sguardo che scruta i materiali esposti e che, inevitabilmente, cerca qualcosa da decodificare.
Piano: c’è solo da guardare.

Federica Boragina
Studio Boîte

comunicato stampa
pieghevole

ph. Lorenzo Piovella

 

Giulia Fumagalli
+N9/3 chissà come si sente la luna

18 maggio - 12 giugno 2019

chissà come si sente la luna è una narrazione visiva che oscilla tra satelliti naturali e sentimenti.
Un luogo in cui forme minime si alternano ricercando un’armonia di pieni e vuoti, che accolgono una visione interiore sospesa.
Cerchi e quadrati, colori e trasparenze, si connettono in modo sempre differente, creando microcosmi nei quali perdersi o ritrovarsi.
Un cammino introspettivo che incontra nelle sfaccettature della Luna la sua forma di equilibrio e perfezione.

comunicato stampa
manifesto

 

Stefano Comensoli_Nicolò Colciago
+N9/2 multiverso

02 marzo_07 aprile 2019

Multiverso è una mostra, un ambiente, un’installazione.
Un luogo senza confini in cui quadri, sedute, sculture, luci, supporti e proiezioni vivono di continui rimandi.
Dove elementi architettonici, materiali industriali e oggetti ritrovati sono materia da plasmare.
Dove la luce ammorbidisce gli spazi e li trasforma in ambienti interiori.
Universi possibili diventano tangenti e tangibili.
Un binomio tra carica sensibile e utilizzo, in un dialogo aperto tra lo spazio e le proprie emozioni.

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Federica Clerici + Alberto Bettinetti
Nella gravità del momento
11 dicembre 2018_15 gennaio 2019

La mostra presenta una serie di dispositivi che indagano la gravità intesa come fenomeno fisico che ci circonda, ma anche la gravità come momento storico. Siamo nella gravità del momento e al contempo viviamo una gravità del momento.
Nella gravità del momento è un’affermazione di necessità.
I lavori esposti vogliono essere strategie di resistenza alla gravità.
Sono in possibilità.
Sono possibilità.

comunicato stampa
manifesto