Incontri sensibili
Giulia Fumagalli / Luca Petti
a cura di Viviana Costa
testo critico di Elena Castiglia
15 maggio - 10 luglio 2021
Inaugurazione 15 maggio 2021 dalle h. 16:00
aperta dal martedì al sabato dalle 15:00 alle 19:00
Villa Contemporanea
via Bergamo, 20 - 20900 Monza (MB)
Villa Contemporanea è lieta di presentare Incontri sensibili, bi-personale degli artisti Giulia Fumagalli e Luca Petti. Sebbene entrambi utilizzino la scultura e l’installazione, i loro esiti ottengono sempre pronunciamenti e suggestioni differenti, dettati e stimolati dalle scelte delle tecniche personalmente interpretate: l’uno attraverso materiali quali metallo floccato e solfati, l’altra con plexiglass e legno. Ciò che accomuna gli artisti in mostra è la ricerca sulla percezione visiva costituita da contrasti formali e materici.
Oltre al tema della visione emerge evidente la ricerca sull’uso del colore, dalle trasparenze tonali di Giulia ai colori primari e “abbaglianti” di Luca che trovano una sintesi nelle forme elementari e scheletriche delle sue sculture. Nei lavori di Giulia il colore e la materia vengono utilizzati per cancellare e rendere impossibile la lettura dell’opera stessa. Si crea così un surriscaldamento della vista che porta i nostri sensi ad attuare un ragionamento per decifrare ciò che vediamo. Il suo è un linguaggio introspettivo che cela, nelle opere, riflessioni ed esperienze personali. I suoi lavori sono costituiti da una narrazione cara all’astronomia e rappresentano una sorta di autobiografia. Come scrive Elena Castiglia, nel testo che accompagna la mostra: “La sua ricerca estremamente sensibile si presenta in mostra con opere che, se da una parte raccontano lei stessa, dall’altra cercano di svelare l’altro e la complessità di comprendere ciò che per tutti non è allo stesso modo visibile “.
Forme e colori caratterizzano il mondo di Petti attento all’interazione tra esseri vegetali e animali. Egli studia le piante, le loro strutture e le modalità di protezione e difesa, per traslarle in un linguaggio artistico. L’artista approccia la materia attraverso un processo di floccatura elettrostatica, conferendo alla superficie delle sue sculture una copertura vellutata. Attraverso questo procedimento, Luca cela le caratteristiche proprie del metallo e delle sue forme regalandoci un’esperienza sensoriale propria dell’elemento scultoreo. In questo modo le sculture dalle linee aggressive si dimostrano docili e morbide al tatto, un connubio che, come avviene in Giulia, tradisce la vista. Continua Elena “Luca Petti porta in mostra opere che si fanno sintesi di una visione, tra l’animato e inanimato, tra le forze naturali e la loro staticità. Ciò che sembra protezione, in alcuni casi aggressiva, si rivela docile manto di strutture che ibridano il mondo animale e quello delle piante”. Il legame con lo spazio e la relazione con lo spettatore sono comuni ad entrambi gli artisti che ci invitano a relazionarci intimamente con i loro lavori. Siamo chiamati a confrontarci direttamente con l’opera d’arte, girarci attorno, toccarla e osservarla da molteplici punti di vista per decifrarne le strutture più recondite.
LAVORI ESPOSTI:
Giulia Fumagalli - Monocromo Relativo, 2016
Giulia Fumagalli - chissà come si sente la luna, 2019
Giulia Fumagalli - lasciarsi eclissare, 2019
Giulia Fumagalli - cerchi di cielo*, 2019
* venera / rea / celeste bianco
Fotografie di Viviana Costa
Si cela all’essere umano l’impercettibile cambiamento delle forme, la sfumatura dei colori più leggeri, il lato fragile delle cose. Si cela a volte all’essere umano la sua stessa sensibilità. Tutto dagli animali alle piante, dalla luna ai pianeti fino alle pupille profonde, nasconde e si rivela piano piano, poco a poco. A chi sta attento si svela l’inganno che nasce dal complesso rapporto tra ciò che si palesa e ciò che rimane celato. A chi apre gli occhi e porge l’ascolto si apre un mondo di cose nascoste, di sfumature, si scopre l’altro. Si muovono poeticamente in questo confine Giulia Fumagalli e Luca Petti che nella mostra Incontri sensibili portano elementi della loro ricerca nati da visioni estremamente personali ma che si offrono allo sguardo di tutti, chiedendo qualcosa di più oltre a un’occhiata veloce. Forme, colori e spazi si fondono nelle sale della galleria e creano un dialogo tra ciò che c’è e ciò che è solo accennato.
Giulia Fumagalli concede di sbirciare nella sua intima riflessione sul mondo, ma non del tutto. Il suo lavoro è mosso da una profonda ricerca sulla percezione visiva che non porta a semplici giochi ottici, ma ad un ragionamento sulla possibilità alle forme come stimolo a una comprensione non scontata. L’artista ostacola a volte la totale lettura delle proprie opere ed eclissa così, a fasi, i propri pensieri che sono di tutti ma soprattutto suoi, che richiamano l’altro ma velocemente si ritraggono come nell’opera Chissà come si sente la luna. La sua ricerca estremamente sensibile si presenta in mostra con opere che se da una parte raccontano lei stessa, dall’altra cercano di svelare l’altro, ma anche la complessità di comprendere ciò che per tutti non è allo stesso modo visibile (Monocromo Relativo). L’installazione Lasciarsi eclissare è un esempio di come i fragili equilibri di una relazione tra due individui siano determinati dall’orbitare di uno intorno al proprio centro - l’altra persona - in fasi che nell’opera sono accennate dal leggero movimento degli elementi installati e dal punto di vista che si sceglie di adottare. “Una narrazione che oscilla tra astronomia e sentimenti” è la definizione che l’artista dà della propria opera ed è proprio l’oscillare tra l’approccio scientifico agli effetti visivi e un microcosmo personale che si ritrova in tutta la sua ricerca.
Luca Petti presenta in mostra opere che si fanno sintesi di un passaggio, tra l’animato e inanimato, tra le forze naturali e la loro staticità. Ciò che sembra protezione, in alcuni casi aggressiva, si rivela docile manto di strutture che ibridano il mondo animale e quello delle piante. L’uso dei colori primari accesi e attrattivi, come nella serie Symbiotic Relationships, rimandano a un mondo naturale da cui sempre più ci allontaniamo fino a riconoscerlo a stento. In Albina crestata l’artista dà nuova vita ad esseri estremamente rari che nella loro commistione formale assumono caratteristiche enigmatiche accennando a una conoscenza ancora una volta in bilico tra ciò che appare e ciò che è. L’interesse dell’artista nei confronti del rapporto complesso tra l’uomo e l’ambiente espresso nelle diverse declinazioni dell’Antropocene, si presenta in maniera delicata, inizialmente impercettibile ma come esercizio di attenzione e cura. Il suo controllo dei materiali avviene tramite tecniche complesse che, come nei quadri in mostra (New Solution), lasciano libertà alle forme di decidere il proprio spazio e creare una composizione fluida.
Il legame con lo spazio e la relazione con lo spettatore è comune ad entrambi gli artisti che invitano a un’esperienza intima e sensibile con i lavori, a girarci intorno, assumere molteplici punti di vista e decifrarne le strutture più complesse.
Elena Castiglia