FEDERICA CLERICI + ALBERTO BETTINETTI
CINETOSCOPIOCALEIDORITMICO
Il cinetoscopiocaleidoritmico ha come fondamento la struttura del caleidoscopio: tre specchi, che costituiscono i lati di un prisma regolare a base triangolare, danno origine a una serie sistematica di riflessioni.
Il dispositivo, privo degli elementi cromatici che determinano la permanenza di una figura visibile, si presenta come una struttura vuota che si attiva per interazione e intervento diretto sullo schermo, permettendo la visione di un gesto a contatto e in prossimità.
Le immagini caleidoscopiche determinate dal movimento stesso del fruitore, tramite gesto o percussione, assumono configurazioni in continua variazione intervallate da vuoti, andando a comporre sequenze ritmico visive potenzialmente infinite.
Le azioni compiute in corrispondenza del dispositivo, persa la loro connotazione antropomorfa, diventano forme pattern, forme gesto, forme ombra, forme luce.
Il cinetoscopiocaleidoritmico permette la traduzione di gesti in visioni caleidoscopiche in cui la variazione ritmica sostituisce il colore.
Cinetoscopiocaleidoritmico, 2016, dispositivo installativo
Cinetoscopiocaleidoritmico, 2016, dispositivo autovisore
Sviluppi spaziali di A4
Scelta una porzione di superficie pari a un A4 misura scelta nel suo costituire uno standard di utilizzo comune vengono tracciate n linee che rappresentano n piegature di un foglio effettuate suddividendo il foglio secondo le sue bisettrici principali e successivamente secondo le sue bisettrici secondarie venutasi a creare.
Queste linee diventano i confini di dieci pezzi scelti arbitrariamente all'interno delle forme possibili, la cui somma ritorna ad essere l'A4.
I dieci pezzi, ri-assemblati secondo un criterio spaziale assumono una nuova valenza plastico-dimensionale e conseguentemente formale.
La struttura passa dall'avere un unico angolo di visione ad avere per ogni singola trasformazione una molteplicità di punti di vista possibili.
Le forme / strutture così trovate nel loro relazionarsi assumono la connotazione di una serie che può svilupparsi al di là delle proposte realizzate in un numero n di variabili, è altresì chiaro che il lavoro può essere sviluppato proporzionalmente in qualsiasi unità di grandezza e a partire da qualsiasi standard piano al di là di quello proposto.
Sviluppi spaziali di A4, 2012, standard in variazione
Sviluppi spaziali di A4, 2012, disegni su carta
DISTANTE / POSSIBILE
movimento
possibilità
rotazione
oscillazione
attrito
suono
macchina
cerchi
equilibrio
azione
Due barre identiche per dimensione e materiale, ruotano in equilibrio su due perni posti a una distanza pari alla metà della somma della loro lunghezza.
I perni sono pensati per offrire il minimo attrito, così come il materiale delle barre è stato scelto per favorire il movimento più fluido e continuo.
La velocità di rotazione delle due barre è indipendente e indipendentemente attivata. Così come casuale è il movimento oscillatorio che accompagna la rotazione.
Le due barre, una volta attivate nel movimento, disegnano due cerchi tangenti in un punto e di questi due cerchi, ne rappresentano tutti i possibili diametri.
Quando nel punto di tangenza si incontrano le due barre / diametri si ottiene un suono.
Questo evento può verificarsi in un unico caso: quando le due barre risultano allineate nel punto di tangenza e nel loro movimento oscillatorio simultaneamente.
La macchina crea attesa
ed è in questa attesa che il movimento appare irresistibile
in questo continuo accordarsi scordarsi
avvicinarsi ed eludersi
si cerca facendo cerchi.
Quando accade l’evento si perde il movimento in equilibrio che prima creava quella sensazione di ipnotica sospensione.
IN ATTESA / INATTESA
È difficile incontrarsi.
È possibile incontrarsi.
DISTANTE / POSSIBILE (ambiente), 2013, indispositivo, barre di ottone, due strutture in ferro e piombo, aghi in acciaio e mandrini, due cerchi bianchi di diametro analago alla lunghezza delle barre
DISTANTE / POSSIBILE, 2013, indispositivo, barre di ottone 40 cm ciascuna, struttura in ferro, spilli
DISTANTE / POSSIBILE, 2013, indispositivo, barre di ottone 1 m ciascuna, struttura in ferro, aghi in acciaio e mandrini
Dislivella
Dislivella, 2014, livella modificata
Floublu
Fluoblu, 2013, luce elettro-fluorescente
Definizioni
Indispositivo, 2010, definizione + disegno
Cerchicerchio, 2014, definizione
Stereoisometrie
Il lavoro esplora le possibilità formali di una serie di oggetti di uso comune caratterizzati da uno sviluppo continuo, privo di interruzioni. Questi oggetti - graffette, appendiabiti metallici, barre di ferro e raggi di biciclette - progettati e finalizzati per una specifica funzione, possono essere ritenuti, per consuetudine e conformazione, uno standard per le loro rispettive categorie di appartenenza.
Standard è da ritenersi quindi ogni oggetto caratterizzato da una dimensione ripetuta e costante nello spazio e nel tempo. Standard è tutto ciò che costituisce un canone anche se minimo, anche se irrilevante.
Questi standard vengono de-strutturati e riportati a una dimensione lineare che ne azzera la funzionalità, per poi essere nuovamente piegati a creare strutture caratterizzate da una nuova dimensione plastico spaziale.
Le stereoisometrie risultanti ripercorrono la lunghezza dello standard iniziale sviluppando una serie di itinerari alternativi possibili, inoltre al fine di mantenere il carattere dell’elemento di origine, sono definite per tratti rettilinei intervallati da rapidi cambi di direzione.
L’operazione è ripetuta per ogni serie in un numero di esemplari necessario a formare griglie costituite da un numero variabile di elementi in relazione alla dimensione della singola struttura. Queste griglie offrono la possibilità di una visione schematica complessiva e al tempo stesso particolare delle possibilità formali del modulo di partenza.
Le variazioni proposte non intendono in alcun modo essere esaustive dell’intero campo di possibilità intrinseche, che per ogni standard rimane potenzialmente infinito.
Questa operazione, all’apparenza minima, comporta uno scarto che costringe a una molteplicità della visione, a un continuo cambio di prospettiva e conseguentemente a un sempre nuovo punto di vista.
Nuovi punti di vista moltiplicano il modello, rivoluzionandolo e mettendolo continuamente in discussione. E rivoluzionare il modello, significa superare il conforme. Significa offrire possibilità altre. Significa ampliare un orizzonte.
Stereoisometrie, 2013 - 2014, installazione, graffette, raggi di biciclette, appendiabiti metallici, barre di ferro
Stereoisometrie, 2014, metaistruzioni
Trovati ri-tracciati
Il lavoro parte da una serie di piccoli oggetti accomunati dal fatto di essere trovati casualmente e raccolti senza scopo alcuno.
Perso il loro valore funzionale diventano tracce, reperti che trattengono in sé la registrazione del tempo trascorso.
Questi oggetti vengono disposti ordinatamente su un pannello la cui superficie viene suddivisa in una quadrettatura di dimensione regolare che crea una griglia di riferimento atta a facilitarne il rilievo.
L'installazione ripresa e proiettata viene registrata e analizzata attraverso il disegno effettuato con la mano secondaria, che comporta minor precisione nel tratto ma al contempo richiede maggior attenzione e in conseguenza una più fedele mappatura della forma.
L'operazione assume quindi il carattere di una catalogazione in cui gli oggetti ridisegnati vengono assunti come forme nuove, completamente slegate dalla funzione d'uso originaria.
I rilevamenti così ottenuti possono essere letti singolarmente o ricomposti a creare l'immagine che li ha determinati.
Trovati ri-tracciati, performance / disegno, 12 aprile 2013, zampediversefuori, via Savona 20, Milano